Il lunedì è noto per essere il «giorno nero» per gli infarti , che proprio all’inizio della settimana hanno il picco di massima incidenza perché si sommano tre fattori di rischio determinanti per l’insorgenza di patologie cardiovascolari
(MeridianaNotizie) Roma, 25 ottobre 2013 – Pronti a dormire un’ora in più? Domenica tornerà l’ora solare, lancette quindi indietro di un’ora, c’è dunque un’ora in più di sonno. L’effetto sulle giornate successive invece sarà quello di sembrare più corte. Si torna comunque a quello che sarebbe naturale secondo l’orario astronomico.
Lunedì prossimo, il primo giorno della settimana dopo il ritorno all’ora solare che ci farà dormire un’ora in più, è anche quello con meno infarti dell’anno. Lo affermano gli esperti riuniti per il 114° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), a Roma da domani al 28 ottobre, che in una delle sue sessioni affronterà proprio il rapporto tra sonno e cuore.
Il lunedì è noto per essere il «giorno nero» per gli infarti , che proprio all’inizio della settimana hanno il picco di massima incidenza perché si sommano tre fattori di rischio determinanti per l’insorgenza di patologie cardiovascolari: il dormire meno, il dormire peggio, ossia in orari non consoni rispetto a quanto richiesto dal nostro naturale orologio biologico e lo stress caratteristico dell’inizio settimana contribuiscono all’attivazione del sistema nervoso simpatico e al rilascio di citochine pro-infiammatorie che spianano la strada all’infarto.
”Molto probabilmente l’effetto protettivo è dovuto all’assenza del primo e forse più importante dei tre fattori scatenanti, la deprivazione di sonno – spiega Gino Roberto Corazza, presidente Simi – il vantaggio non e’ evidente negli anziani, probabilmente perché in questi ultimi la quantita’ di sonno e’ piu’ costante”.
La riduzione del rischio cardiaco conferma il ‘potere protettivo’ che ha il sonno su diverse patologie. ”In chi dorme poco o male il rischio cardiovascolare aumenta del 48%, quello di ictus el 15% – spiega Nicola Montano, professore associato di Medicina Interna all’Università di Milano -. Il disturbo più frequente è l’apnea ostruttiva notturna, di cui soffre il 2-4% della popolazione”.
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