Alla vigilia del voto sulla sua decadenza da senatore, Berlusconi chiede ai senatori PD e M5S di rinviare la consultazione, altrimenti se ne “pentiranno con i loro figli”.
(MeridianaNotizie) Roma, 26 novembre 2013 – Durante la conferenza dei capigruppo al Senato, Silvio Berlusconi ha rilasciato dichiarazioni sul voto sulla decadenza da senatore nei suoi confronti.
Il senatore (o futuro ex senatore) ha ufficialmente chiesto ai rappresentanti M5S e PD di rinviare il voto di mercoledì sulla sua decadenza, in quanto ci sarebbero delle nuove prove che potrebbero riaprire il processo Mediaset, per il quale il cavaliere è stato condannato a 4 anni, “12 testimonianze, di cui 7 nuove”. Non ha usato termini diplomatici, la richiesta è stata formulata minacciando i senatori con un “ve ne pentirete con i vostri figli”, qualora non sarà accontentato. La riunione, però, dei capigruppo ha confermato il calendario di oggi, martedì 26, che prevede l’approvazione della legge di Stabilità, e di mercoledì 27, in cui si voterà per la decadenza di Berlusconi. Il voto è stato confermato dal Presidente Grasso, come hanno sottolineato Luigi Zanda (PD) e Loredana De Petris (Sel). Quest’ultima ha contestato un ulteriore conferenza dei capigruppo, in programma oggi, volta a “mettere a punto l’ordine dei lavori della legge di Stabilità”, che rappresenterebbe un tentativo “di fare pressione e di rinviare il voto sulla decadenza”.
Berlusconi ha invitato i senatori a non assumersi “una responsabilità che graverebbe per sempre sulla (loro) vita e sulle (loro) coscienze e di cui in futuro potreste vergognarvi di fronte ai vostri figli, agli elettori e agli italiani”. Bisognerebbe, per il cavaliere, attendere il “nuovo processo”, che Berlusconi non ha neanche ufficialmente chiesto. Si dovrebbe “lasciar operare la Magistratura”, prima di assumere determinate decisioni e, in caso contrario, i senatori si assumerebbero “una grave responsabilità, e sulle Camere ricadrebbe una macchia incancellabile”. Il cavaliere ha dichiarato di essere “costretto a restare in campo”, nonostante i “molti hobby tra cui uno che si chiama Milan e che in questo momento ne avrebbe bisogno”.
In soccorso di Berlusconi è giunto Pierferdinando Casini, annunciando una pregiudiziale volta a rinviare il voto del Senato. Secondo il leader dell’UDC, si dovrebbe attendere l’ultima parola della Cassazione sull’interdizione dai pubblici uffici. Proposta che è stata considerata “molto seria” da Niccolò Ghedini, senatore di FI e avvocato del cavaliere. Anche Sandro Bondi, senatore e coordinatore nazionale di FI, si è augurato che tale intervento possa aprire “degli spiragli e aiuti una riflessione anche all’interno del Pd sulla necessità di non accelerare il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, almeno in attesa della decisione della Cassazione e del pronunciamento della Corte europea dei diritti umani”. Sulla questione è intervenuto anche Bruno Tabacci, deputato del Centro Democratico ed ex collega di partito di Casini, sottolineando come sia “politicamente strumentale” la proposta. “La decadenza – ha affermato – è conseguenza della condanna definitiva a quattro anni di carcere per effetto della legge Severino e non della valutazione sulla durata dell’interdizione, che è una pena accessoria; senza voler invadere il ruolo del presidente del Senato mi sembra che questa proposta sia istituzionalmente inammissibile”.
I Cinque Stelle hanno risposto attraverso il capogruppo Paola Taverna “Non rispondiamo alle provocazioni di Silvio Berlusconi, la sentenza è definitiva e ci apprestiamo ad applicare la legge. “il senatore Berlusconi – ha aggiunto – è decaduto già da 110 giorni e la pregiudiziale di Casini francamente appare tardiva e inopportuna”. Il PD, attraverso Walter Verini, capogruppo nella commissione Giustizia di Montecitorio: “siamo al di là del bene e del male; Berlusconi vorrebbe fare ‘bunga bunga’ con le istituzioni democratiche ma questo non può in alcun modo essergli consentito”. Danilo Leva, Responsabile nazionale del Forum Giustizia del PD, ha sottolineato come la proposta di Casini “non stia in piedi perché confonde l’interdizione dai pubblici uffici, una sanzione accessoria di natura penale, con la decadenza, che è la semplice conseguenza dell’incandidabilità prevista dalla legge Severino”. Berlusconi “non sta al di sopra delle leggi”.
Aurelio Ponzo
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