La presenza di Riccardo Muti per i sindacati, infatti, non rappresenta solo un valore aggiunto ma il futuro di quel teatro
(MeridianaNotizie) Roma, 25 febbraio 2014 – Non si placa l’agitazione al Teatro dell’Opera, con lo sciopero che incombe sulla ‘prima’ della Manon Lescaut di Puccini diretta dal Maestro Riccardo Muti, che dovrebbe andare in scena giovedì 27, e con il rischio, se la situazione non si distende, che la protesta si allarghi questa volta a tutte le repliche dell’Opera, che ha la regia di Chiara Muti. A comunicarlo i sindacati “ribelli” del teatro dell’Opera – Slc Cgil, Fials Cisal e Libersind-Confsal – durante la conferenza stampa contro quello che definiscono “il grave progetto di destrutturazione e di declassamento del teatro che ha già portato all’annullamento della prima rappresentazione del dittico di Ravel del 30 gennaio e del Concerto sinfonico corale del 31 gennaio 2014. “Non vogliamo scioperare, ma non abbiamo una leva per scongiurare lo stato di agitazione”, ha sottolineato Lorella Pieralli della Fials Cisal, “ci vorrebbe una convocazione dal sindaco – ha continuato la Pieralli – perché non riconosciamo Fuortes, è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato”.
Alla conferenza i sindacalisti si sono presentati con una t-shirt con la scritta “I love Riccardo Muti”. La presenza di Riccardo Muti per i sindacati, infatti, non rappresenta solo un valore aggiunto ma il futuro di quel teatro. Ma dal sindaco di Roma Ignazio Marino è arrivato l’aut aut: l’opzione della liquidazione del Teatro dell’Opera sarebbe presa in considerazione dal sindaco Ignazio Marino perché “il far saltare la prima metterebbe in pericolo il risanamento economico del Teatro dell’Opera” con l’adesione alla legge Bray. Dunque, pur salvaguardando il diritto di sciopero, Marino non escluderebbe un’azione drastica seppur dolorosa come lo strumento della liquidazione. Nel caso estremo della liquidazione, l’intenzione è ricorrere a bandi internazionali aperti alle attuali maestranze e a personalità della scena mondiale. Ma il sindaco ancora oggi auspica che la situazione trovi una risoluzione meno traumatica, “grazie agli strumenti già dati dal Mibac”.
Secondo le norme previste dalla legge Bray, alla quale il teatro guidato dal sovrintendente Carlo Fuortes ha aderito in gennaio, il cda, che ha già presentato al super commissario delle fondazioni liriche Pier Francesco Pinelli un anticipo del piano di ristrutturazione e rilancio del teatro, lo deve discutere e approvare con i sindacati più rappresentativi, che sulla carta risultano essere Uil, Cisl, Cgil. Al momento sono stati fatti una decina di incontri sul contratto integrativo. Per il piano complessivo c’è tempo ancora qualche settimana. Un rischio più remoto, se la vicenda non dovesse risolversi, tocca anche la tournee in Giappone dell’Orchestra e del Coro del teatro dell’Opera di Roma con il Maestro Muti, prevista dal 20 maggio.
Il servizio di Mariacristina Massaro
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