(MeridianaNotizie) Roma, 14 maggio 2014 – Vetrine virtuali di negozi online specializzati nella vendita di prodotti contraffatti. Ben 53 siti web italiani avevano infatti link interni che rimandano a portali di e-commerce, ospitati su server esteri, e totalmente illegali. È quanto scoperto dai militari del nucleo speciale frodi tecnologiche nell’ambito dei regolari controlli contro la pirateria del www.
In tali negozi virtuali venivano commercializzati prodotti della nota maison di moda “Louis Vuitton”, a prezzi nettamente, e quindi sospettosamente, inferiori a quelli normalmente praticati nel mercato legale. I 53 siti web, la cui alterazione è avvenuta all’insaputa dei legittimi titolari, sono riconducibili sia a soggetti pubblici (ad esempio Comuni e Scuole), sia ad altre realtà private italiane, che non hanno alcuna correlazione con la vendita di oggetti di moda. Gli autori dell’incursione informatica hanno sfruttato, con successo, alcune vulnerabilità informatiche relative alle tecnologie utilizzate sui siti web attaccati, che hanno consentito l’accesso non autorizzato sui sistemi e condotto, quindi, alla pubblicazione arbitraria di pagine web per la vendita di prodotti contraffatti.
Tale tipologia di attacco informatico, cosiddetto defacement, orientata a pubblicare contenuti estranei all’originaria struttura del sito, ha come obiettivo l’aumento del pagerank sui motori di ricerca venendo a costituire, in tal modo, un complesso di “vetrine virtuali” rivolto a dare maggiore risalto in Rete ai portali di e-commerce illeciti. La contraffazione continua ad essere una vera piaga per l’economia e le imprese italiane, specie in un momento di crisi come questo. La sola Guardia di Finanza nel 2013 ha sequestrato 130 milioni di prodotti contraffatti, una cifra che rappresenta un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, mentre 9.445 sono state le persone denunciate in 11.409 interventi. L’attività investigativa ha portato al sequestro preventivo dei portali www.lvwholesalesit.com e www.eefnement.com tramite l’inibizione dell’accesso. I militari, inoltre, hanno provveduto ad avvisare i gestori dei siti web compromessi informandoli della vulnerabilità informatica cui sono esposti per la tempestiva messa in sicurezza. Sono stati, altresì, acquisiti i file di log dei sistemi informatici relativi alle realtà telematiche della pubblica amministrazione per individuare i responsabili delle condotte illecite perpetrate in danno dei siti web istituzionali.
Servizio di Cristina Pantaleoni
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