(MeridianaNotizie) Roma, 28 ottobre 2014 – “Siamo pronti anche a occupare, se il 30 ottobre dovesse essere eseguito lo sfratto”. Lo ha annunciato Massimo Monaci, direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma, in un incontro con la stampa sulla situazione dello stabile, su cui pende uno sfratto previsto appunto per giovedì 30 ottobre. “Se dopodomani – ha precisato il padre, Vincenzo, uno dei tre soci proprietari della sala di via Nazionale – l’ufficiale giudiziario dovesse arrivare in teatro per eseguire il provvedimento di sentenza della magistratura, si troverebbe davanti un sacco di gente a fare resistenza”. “L’esecuzione dello sfratto non garantirebbe la prosecuzione della stagione 2014-15, anzi significherebbe la sua chiusura anticipata” ha dichiarato Monaci, Per il direttore, infatti, “i dipendenti non potrebbero avere accesso al teatro, e quindi s’interromperebbero le attività che mandano avanti gli spettacoli”. Dell’Eliseo il padre di Massimo, Vincenzo Monaci, è uno dei tre proprietari, da tempo in contrasto con gli altri due soci. o dovesse arrivare in teatro per eseguire il provvedimento di sentenza della magistratura, si troverebbe davanti un sacco di gente a fare resistenza”.
“Non abbiamo raggiunto nessun accordo al momento con Luca Barbareschi, ma, se formalizza la sua proposta, possiamo anche trattare”. È la replica di Vincenzo Monaci, uno dei tre soci proprietari del Teatro Eliseo di Roma, di cui il figlio Massimo è direttore artistico, all’annuncio dell’attore ed ex parlamentare, che l’altro ieri in tv, a “Domenica In”, ha annunciato che dal 1° novembre sarà il nuovo direttore artistico del Teatro Eliseo Dichiarazioni con le quali, secondo Monaci, “Barbareschi è stato troppo frettoloso, visto che ci sono al momento almeno altre due proposte in campo. Poteva chiamarmi, dirmi chiaramente che voleva acquistare il mio 34% di quote”. Sono quattro le condizioni che la famiglia chiede per cedere la propria partecipazione: “La tutela di tutti i lavoratori del Teatro; la garanzia della prosecuzione della stagione in corso senza ulteriori intralci, nell’interesse di abbonati, artisti, tecnici, compagnie e tutti i lavoratori; il mantenimento del contributo FUS che, data la situazione generata dallo sfratto, non è ancora stato assegnato; il rilascio dei locali ‘senza strappi'”. Lo stesso Barbareschi, nel 2002, era già stato direttore artistico del teatro per soli tre mesi.
La Redazione
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