(Meridiananotizie) Ardea, 14 febbraio 2020 – Noam Chomsky è stato considerato dal New York Times, uno degli studiosi più attendibili riguardo le teorie della manipolazione di massa che in un certo senso si agiscono sui sistemi sociali (quest’ultimi oggetto di studi del sociologo Niklas Luhman), ambienti dove si può approfondire e analizzare un qualsiasi aspetto della realtà sociale, ovvero:
- la singola interazione – presente in alcune forme di comunicazione;
- l’interazione di gruppi – insieme di persone che interagiscono le une con le altre riguardanti aspettative condivise;
- la società – insieme di persone dotate di autonomia, relazione ed organizzazione che, variamente, si aggregano al fine di perseguire uno o più obbiettivi.
“L’elemento primordiale del controllo sociale – afferma Chomsky – è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle ‘élites‘ politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti“.
Ed è proprio ciò che sembra essere in atto nella nostra società. Dove troviamo, da una parte un elettorato disorientato e allo stesso tempo alla ricerca di un’ancora (politica) a cui tenersi ben saldo per non essere travolto dal “mare” in tempesta di uno stato sociale (Welfare State) in fase agonizzante; dall’altra una politica sociale ed economica che “galleggia” sull’alta onda del malumore e del disagio esistenziale espresso dalla popolazione.
E in un quadro sociale simile, come non pensare alle dieci strategie di distrazione delle masse teorizzate da Chomsky?
Ripassiamole, sinteticamente, in rassegna tutte e dieci per avere un’idea di come, forse, qualcosa di simile stia accadendo alla nostra società.
- Distrazione di massa – Questa impedisce al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali: in ambito scientifico; economico; psicologico; neurobiologico e cibernetico. In sintesi è la strategia del mantenimento dell’attenzione pubblica su temi di nessuna reale importanza sociale. In questo modo le persone sono mantenute occupate, senza avere tempo per pensare con consapevolezza (coscienza) ai reali problemi della società.
- Creare problemi e poi, fornire soluzioni – In questo modo si creano problemi che altrimenti non esisterebbero con la dovuta attenzione, oppure si amplificano quelli già in parte esistenti per far si che il popolo chieda alla politica e alle autorità competenti, soluzioni per far fronte al problema manifestato. Ad esempio, si possono creare problemi riguardo la discriminazione etnica per ricevere la richiesta da parte del popolo di un’attenzione da parte delle istituzioni a tale disagio sociale, per cavalcare poi, una strategia politica sociale da attuare per accaparrare consensi elettorali.
- La strategia della gradualità – “Distillare” o forse è meglio dire “diluire” nel tempo cambiamenti (in peggio) che manifestati tutti in una volta ai cittadini creerebbero una rivolta popolare istantanea. Diluire nel tempo cambiamenti socio-economici negativi, mette la popolazione, già frastornata e distratta da altre manipolazioni studiate ad “hoc”, di accettare di buon grado i cambiamenti stessi. L’esempio ce lo abbiamo dalla condizione sociale ed economica che viviamo: mancanza di lavoro; redditi al di sotto della soglia salariale di sopravvivenza; sempre meno nascite a discapito di una popolazione sempre più vecchia; crescita del PIL vicino allo zero; crisi delle attività economico produttive; ecc..; tutte condizioni, queste, cui siamo arrivati a distanza di 20/30 anni.
- La strategia del differire – Procrastinare, si sa, è lo “sport” più in voga per molte persone. Perché fare una cosa oggi se posso farlo domani? Questa riflessione che in tanti si ripetono è alla base della quarta strategia di Chomsky. Infatti, secondo lo studioso, per far accettare una soluzione “dolorosa” alla società, si preparano le persone dicendogli che per star bene in futuro, prossimamente, potrebbe darsi che tutti (si usa il condizionale per lasciare intendere che non è scontato mentre invece lo sarà) dovranno fare dei sacrifici (in realtà questi sacrifici riguarderanno poi, solo il ceto medio e medio basso). In questo modo si procrastina un fatto negativo sapendo che, comunque, si avvererà.
- Rivolgersi al pubblico come ai bambini – Secondo Chomsky, quando si vuole ingannare il pubblico a cui ci si sta rivolgendo, se si parla come se lo stessimo facendo rivolgendoci a dei bambini, le persone che ascoltano o osservano una qualsiasi comunicazione visiva, lo faranno abbassando la soglia critica. Abbassare la soglia critica dell’uditorio è fondamentale per chi, ingannando, vuole veicolare messaggi a suo vantaggio.
- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione – Un discorso logico, razionale, tecnico, nella maggior parte dei casi, coinvolge molto meno di un discorso, privo di contenuto ma, fondato sull’aspetto relazionale ed emotivo. Saper condurre un messaggio emotivo, permette alla fonte del messaggio stesso, di aprirsi le porte dell’inconscio nel suo uditore, al quale può “somministrare” a sua insaputa perché al di fuori della soglia di coscienza, qualsiasi idea, paura, gioia ed ogni altro stato emotivo, così come determinare un comportamento.
- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità – Secondo Chomsky, un altro aspetto che determina la manipolazione delle masse è mantenere la popolazione distante dalla conoscenza, evitare alle persone di comprendere e conoscere l’utilizzo di tecnologie e metodi utilizzati da chi vuole esercitare il potere (manipolazione) su di loro per controllarle e renderle schiave.
- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità – Un esempio potrebbe essere quello di osservare cosa accade nei “social-web“. In molti sono spinti a fare cose anche assurde e al di fuori di ogni sensata ragione, purché possano ottenere milioni di Like (Mi Piace). La spinta a questa pratica, viene guarda caso, proprio dal web-marketing pensato da molte aziende che, sono pronte a pagare milioni di euro per farsi sponsorizzare da chicchessia, purché abbia un buon seguito di pubblico nel web. E non importa come questo seguito venga ottenuto, sia da un punto di vista morale che etico, che sia pericoloso per la propria incolumità o altro… Il fine da raggiungere è la pubblicità a milioni di persone di servizi e beni da vendere. Il pensiero che genera questo indotto economico facile per alcune persone, spinge la collettività a fare dei paragoni. Spieghiamoci con una frase: a cosa serve impegnarsi a studiare, a lavorare 8 ore al giorno se, pur non essendo capace di fare nulla, magari mettendo in risalto la mia mediocrità, posso fare tanti soldi perché i miei video sono seguiti da milioni di persone? E’ facile pensare che la tendenza del pubblico sarà quella di guardare, metaforicamente, verso il basso e non verso l’alto. Dove, in basso regna l’ignoranza ed in alto la conoscenza. In questo caso il “sistema che ci controlla” fa nascere e coltiva l’idea che è di moda essere mediocri, ignoranti, volgari, approssimativi, limitati, inferiori, ecc.. Al punto successivo, Chomsky evidenzia un altro aspetto che, come leggeremo, sembrerebbe entrare in contrasto con quanto trattato qui in questo paragrafo ma, è fuori di dubbio che tutto ciò ha un suo filo logico, ovvero, quello di indurre in “confusione” chi si vuole controllare.
- Rafforzare l’auto consapevolezza – Questo aspetto tende a responsabilizzare le persone riguardo i propri fallimenti che le stesse vivono nella società. Quindi, il “sistema di potere”, mentre promuove la mediocrità (vedi punto 8), come modello che la persona può attuare per ottenere anche risultati eccelsi da un punto di vista della notorietà, nonché economici (anche se questi sono pochi rispetto la massa, vedi ad esempio gli influencer), mette la maggior parte degli individui nella condizione di sentirsi colpevoli delle proprie disgrazie e fallimenti per una serie di inefficienze e capacità personali che gli stessi percepiscono come veri. Rafforzare questa auto consapevolezza, colloca le persone sempre più in basso, con effetti negativi sulla propri autostima, limitandone ogni possibile reazione di ribellione.
- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano – Fin dagli anni ’50 il “sistema di potere”, tende a studiare e mettere in pratica, conoscenze acquisite tramite la biologia, neurobiologia, psicologia applicata, per assumere il controllo delle masse. Ne consegue che, nel tempo si è sempre più sviluppato un sistema che crea un grande divario tra le conoscenze di chi ha le redini in mano della comunicazione manipolatoria, e il pubblico che la subisce. Ciò determina una maggiore conoscenza da parte del “sistema di potere” nei confronti delle masse, sia da un punto di vista del modo di pensare collettivo (stiamo generalizzando ma, chi esercita il potere sugli altri non si cura del singolo, bensì di un insieme di persone) che del modo di agire, individuando in particolare i loro stati emotivi che li spingono a fare o non fare una determinata scelta in qualsiasi direzione e contesto. Potremmo spiegare così quanto appena detto: si veda la pubblicità che utilizza riferimenti emotivi cui l’umanità si riconosce e si relaziona giornalmente (non ha importanza se questi provocano fastidio o piacere nella persona, piuttosto, se questi toccano il suo stato emotivo), amore, famiglia, solidarietà, lavoro, salute, divertimento, ecc. ecc., per veicolare messaggi che colpiscono la parte inconscia delle persone, facendole credere che, ad esempio nella scelta di un semplice prodotto in un supermercato, tale scelta sia libera e non condizionata da un messaggio precedentemente ricevuto in modo continuo e costante.
In conclusione, possiamo affermare che quanto teorizzato da Chomsky, in qualche modo rispecchia la nostra attuale società mondiale. Viviamo costantemente nella paura di attacchi terroristici, di epidemie (non a caso ultimamente si parla del Coronavirus di cui ancora non è chiaro come si sia generato anche se ci sono delle spiegazioni in tal senso), di incertezze in ogni campo, famiglia, lavoro, economia, politica, spiritualità. Incertezze che determinano più la chiusura in noi stessi, così come la rassegnazione verso qualsiasi tentativo di ribellione, inteso come ribellione culturale e non necessariamente, come rivoluzione armata. La politica attuale, in tutto questo, non si può dire che aiuti a costruire una società che possa basarsi su delle certezze, tutt’altro, si fonda sull’approssimazione, sul racconto dei sacrifici che il popolo dovrà ancora fare per raggiungere un modello di vita qualitativamente e quantitativamente soddisfacente… domani. Un domani che sono decenni che ci sentiamo ripetere e che ad oggi ancora non viviamo.
Forse, per slegarci dalle invisibili catene del potere di un sistema manipolatorio, dovremmo iniziare a prendere coscienza (consapevolezza) dei passaggi che secondo la teoria di Chomsky portano il “sistema di potere” a rendere schiava la massa. Quello che la nostra società sta vivendo è più un sistema oligarchico che democratico, dove una minoranza tende ad amministrare la società concentrando il potere effettivo nelle proprie mani ed opera in funzione di un proprio vantaggio e contro gli interessi della maggioranza delle persone. In un vero stato democratico, il potere spetterebbe al popolo…e questo nella nostra costituzione sembrerebbe essere la regola…in teoria…perché in pratica, quanti direbbero che è così, realmente?
– articolo di Massimo Catalucci