(Meridiananotizie) Roma, 31 maggio 2020 – Assistiamo spesso a discorsi politici altisonanti che esaltano quei “Valori” fondanti dell’Umanità cui tutti dovremmo guardare con rispetto e soprattutto con l’attenzione di chi, dal dire sa passare ai fatti; da chi, dalla teoria, sa trasformare le parole in azioni concrete; da chi è capace, attraverso la consapevolezza del proprio modo di comunicare, ad esprimere congruenza nei propri messaggi verbali e non.
Eppure assistiamo, troppo spesso, da parte dei politici stessi, locali, nazionali, internazionali, ad una decadenza di questi “Valori” o se preferite, ad una mancanza di rispetto verso gli stessi tanto decantati. E questo è dato, principalmente, a mio avviso, dalla mancanza di quegli elementi comunicativi di base, di cui esponenti politici e quindi personaggi pubblici, ignorano l’esistenza o forse, cosa peggiore, ne conoscono l’esistenza ma, si ostinano a pensare l’inutilità di un’adeguata formazione politica che comprenda anche la conoscenza, ovvero lo studio, di come gli esseri umani comunicano tra loro e le dinamiche comunicative che si innescano nell’interazione tra gli uni e gli altri.
Il fatto accaduto in sede consiliare ad Ardea qualche giorno fa, presso la sala nominata a Sandro Pertini, senza entrare nel merito e nelle ragioni di una parte o dell’altra e dove, come apparso anche sul nostro giornale (clicca qui) si è sfiorata la rissa, dimostra come la politica, intesa come rappresentazione dell’espressione del Popolo, troppo spesso dimentichi la grande responsabilità che ha nel ruolo pubblico che svolge e per il quale ogni messaggio comunicativo prodotto, quotidianamente, sia esso di natura verbale e non, razionale ed emotivo, arrivi, comunque, al cittadino, innescando delle risposte (azioni) da parte di quest’ultimo.
Cittadino che, come abbiamo più volte sottolineato, è sempre più preda di uno sconforto sociale nei riguardi della Politica, dalla quale non riesce a ricevere messaggi lineari, rispettosi e soprattutto, congrui. Questa continua discordanza tra ciò che viene predicato e ciò che viene praticato, è lecito pensare che destabilizzi, continuamente, le scelte dell’elettorato.
Il cittadino diventa così vittima di una politica incapace di creare un dialogo costruttivo su tematiche anche molto aspre e difficili sulle quali dovrebbe confrontarsi nel rispetto delle proprie ideologie ma in funzione del benessere dei cittadini e del territorio nazionale per cui, quella parte che ancora crede nella democrazia e nel voto popolare (non parlo dei sostenitori convinti di un’ideologia partitica che a prescindere seguono sempre la linea del loro movimento ma, di quella fascia moderata che è nel centro e che, solitamente, fa spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra), cerca ad ogni mandata elettorale di trovare o meglio, spera di trovare, un “faro” che sappia mettere in campo la congruenza politica dell’etica e della morale umana, non solo in fase di pre-elezioni, bensì, nell’arco della sua intera vita sociale all’interno delle istituzioni governative, sia che sieda tra i banchi della maggioranza di Governo che della minoranza.
Comunicare è un processo sistemico: le persone si influenzano tra loro nello scambio comunicativo, a livello razionale (conscio) e molto di più a livello emotivo (inconscio); pragmatico: nella comunicazione contano gli effetti che essa produce nell’altro e di conseguenza, la risposta che se ne riceve. Il contenuto di un messaggio, anche se razionalmente e obiettivamente, nella forma è congruo, può risultare negativo all’altro se a questi gli arriva in modo diverso da come il mittente lo ha voluto inviare. E questo accade per molteplici situazioni che ci riconducono agli studi sulla comunicazione dove tutto ciò che pronunciamo è importante ma per essere confermato come tale, deve trovare riscontro (congruenza) nel nostro modo di parlare e soprattutto, nel cosa facciamo mentre stiamo parlando; strategico: nel senso che la persona nell’atto comunicativo, consciamente o inconsciamente, innesca un processo strategico dentro di Sé, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo.
In particolare, l’atto strategico comunicativo diventa incontrollabile, laddove è di natura inconscia, in quanto si innesca in modo automatico rispondendo al più classico processo comunicativo studiato da Pavlov (teoria della causa ed effetto), dove ad ogni stimolo segue una risposta (riflesso condizionato).
Gli aspetti di una buona e congrua comunicazione, partono, quindi, dal presupposto che etica e morale, in tutti noi ma, ancor di più in chi deve rappresentare il Popolo, devono avere il rispetto che meritano e non sono solo vocaboli di alto contenuto “valoriale” che devono essere spesi sul palco ad un comizio o in un’aula istituzionale, bensì, sono “Valori” che dovrebbero essere espressi, quotidianamente, con la dovuta coerenza attraverso tutti e tre i canali comunicativi di cui un essere umano sano è dotato, verbale, paraverbale e non verbale.
A chiosa di questa breve riflessione, possiamo considerare che la morale si colloca in un dialogo interiore e verticale con gli aspetti spirituali della persona in modo trascendente;
l’etica si pone sul piano sociale orizzontale della persona, dove quest’ultima svolge un’azione di confronto costante e continuativo con i propri simili, sulla base di azioni concordate ed affidabili.
La congruenza tra l’aspetto trascendente e la manifestazione pratica della propria morale, mettono la persona nella condizione responsabile di considerare ogni sua azione quale possibile stimolo che produce una risposta…e se la persona in questione svolge un ruolo politico, allora la sua attenzione verso la coerenza comunicativa, dovrebbe diventare presupposto dal quale non può prescindere e col quale confrontarsi giornalmente.
– articolo di Massimo Catalucci