Riparte da Latina (RM) la protesta degli agricoltori guidata dall’ex coordinatore del movimento popolare “9 dicembre” che poco più di dieci anni fa, manifestò contro lo Stato, la crisi economica e le tasse
- articolo di Massimo Catalucci
(Meridiananotizie) Latina, 22 gennaio 2024 – Le notizie che arrivano dal parlamento europeo, stanno facendo, letteralmente, indignare coloro che rappresentato per il nostro Bel Paese, la tradizione millenaria del settore agroalimentare: agricoltori e allevatori.
L’Italia, da sempre è invidiata da tutto il mondo per le sue eccellenze agroalimentari e pensare che queste possano essere “deturpate” da alimenti creati in laboratorio (si veda la carne allevata, forse sarebbe il caso di dire, prodotta, in vitro), così come per gli OGM, unito alla proposta dello stesso parlamento europeo di incentivare con bonus economici la “non produttività di agricoltori e allevatori”, ovvero, indurli a non coltivare la terra e a non usarla per allevare bestiame, non è accettata, giustamente, da tanti nostri imprenditori agricoli.
E a guidare la loro protesta, torna a capo di un movimento popolare Danilo Calvani che, poco più di 10 ani fa, fece parlare di Sé, con un gruppo che prese il nome anche di “Forconi”, termine quest’ultimo ispirato, evidentemente, dal simbolo per antonomasia, di un arnese da lavoro delle attività rurali.
Oggi, Calvani è il Presidente di un nuovo movimento, il CRA (Comitati Riuniti Agricoli – “Agricoltori Traditi”) e in rappresentanza del pensiero comune di tale sodalizio, denuncia in un video pubblico le ragioni della loro protesta che vanno ricercate (clicca qui), secondo Calvani, nei soliti diktat imposti dall’Europa che dice di smettere di coltivare ma al contempo il Governo italiano, non si esime dal non chiederci l’IRPEF anche su quelle aree non coltivate.
Per queste ragioni, oggi come circa 10 anni fa, a Latina (RM) sono pronti da stamattina i trattori degli agricoltori per tornare in strada. La richiesta dei manifestanti nasce dal fatto che questi ultimi si sentono traditi dai sistemi di potere del Governo nazionale e dal parlamento europeo, come pure anche dalle categorie sindacali che a detta dei manifestanti, non si adopererebbero abbastanza per difendere i loro diritti.
I “motori” sono accesi per manifestare il dissenso di una categoria di lavoratori agricoli, nei confronti del parlamento di Bruxelles e non solo, opponendosi alle sue decisioni messe in atto e volte a voler cambiare i nostri usi e le nostre abitudini, tradizioni storiche in fatto di coltivazione, allevamento e di conseguenza agroalimentari (nutrimento).
Sembrerebbe tutto già ben definito dal parlamento europeo e a quanto pare, ora le farine proteiche di insetti (clicca qui per approfondimenti), vengono già prodotte anche in Italia da alcune aziende startup che dichiarano: “Le locuste non sostituiranno gli gnocchi della nonna, piuttosto, costituiranno un ingrediente in più, sostenibile e proteico” (clicca qui per maggiori dettagli). Aziende che hanno deciso di aderire alle nuove strategie europee economiche, agroalimentari e ambientaliste, che dicono di voler salvare il mondo dalla fame e dalla povertà e in aggiunta, di proteggerlo dall’inquinamento ambientale che le vecchie metodologie di coltivazione e allevamento, secondo loro studi, arrecherebbero all’ambiente e alle persone.
Ma c’è chi non accetta tale assunto europeo, perché vede più in questo disegno strategico, l’annientamento delle nostre tradizioni millenarie di coltivazione, di allevamento e di nutrimento con prodotti e cibi caratteristici di aree geografiche ben definite e circoscritte; vede più lo sviluppo delle macchine e dei laboratori di ricerca e sempre più disoccupati nel settore agricolo; vede più l’arricchimento delle solite élite economico/finanziarie, piuttosto che la reale tutela della salute delle persone.
E il governo italiano come si pone in questa faccenda, legata alla riduzione della produzione agricola indicata dal parlamento europeo e all’incentivazione della produzione di alimenti in laboratorio (clicca qui) e prodotti OGM?
Un anno fa circa, il CDM approvava il disegno di legge sul “divieto di produzione, commercializzazione, importazione del cibo sintetico”, lasciando intendere che il Governo Meloni, avrebbe difeso a spada tratta la sovranità alimentare del nostro Stato, a vantaggio delle nostre tradizioni millenarie contadine agroalimentari (clicca qui per leggere articoli correlati).
Ma ad oggi, se gli stessi diretti interessati, i lavoratori delle nostre campagne, gli agricoltori e gli allevatori, unitamente a molti consumatori, stanno scendendo in piazza in segno di protesta, forse è perché anche quanto deciso dal CDM italiano un anno fa, non sta trovando applicazione concreta nel nostro Stato o quanto meno, il nostro Governo non si sta opponendo abbastanza nei confronti delle decisioni del parlamento europeo? Altrimenti, non si comprenderebbero queste “rivolte” popolari in atto.