Maggioranza compatta con Sasso (Lega). Bocciate le risoluzioni presentate dalle deputate Irene Manzi (PD) e Anna Laura Orrico (M5S) che, al contrario, chiedevano al Governo di impegnarsi in direzione dell’approvazione degli insegnamenti “gender” nelle scuole
- articolo di Massimo Catalucci
Lo scorso 11 settembre la Camera dei Deputati all’unanimità della maggioranza, ha votato favorevolmente la risoluzione presentata da Rossano Sasso (Lega), che esclude qualsiasi insegnamento nelle scuole di contenuti che riconducono all’ideologia gender.
Allo stesso tempo, la Camera respinge le risoluzioni presentate dalla sinistra, per mezzo delle Deputate Irene Manzi (PD) e Anna Laura Orrico (M5S) che esaltano invece le ideologie gender, come forma educativa di crescita e sviluppo dell’individuo, rendendolo una persona libera – questo il pensiero delle due deputate e della corrente politica che rappresentano.
Così, mentre dai banchi della maggioranza c’è soddisfazione per aver dimostrato compattezza nella linea intrapresa in ambito educativo dei giovani su tematiche che investono la nostra società, dall’altra parte nell’opposizione, c’è la convinzione che è stata persa l’occasione per far si che la scuola svolgesse un ruolo cruciale nel contrasto alla violenza maschile contro le donne, all’omofobia e alle disuguaglianze di genere.
Quanto commentato dalla sinistra fa intendere che, laddove non vengono insegnati ai ragazzi i principi della “ideologia gender“, gli stessi non hanno una panoramica estesa in un contesto democratico per maturare i principi di libertà, anzi, tutt’altro, secondo la loro visione, si amplificano gli stereotipi di tabù e violenza.
Sinceramente, il pensiero “progressista” di cui parlano a sinistra, appare un po’ troppo impregnato di pretestuosità e presunzione.
Il tentativo è chiaro: voler deformare ciò che, realmente, rende liberi, cavalcando l’onda del permissivismo ad ogni costo, dell’eccessiva tolleranza, volendo far credere che questa forma di pensiero, volta alla ricerca sfrenata di ciò che è all’opposto del pensiero di crescita e sviluppo dell’essere umano secondo natura, crei i presupposti per sviluppare accoglienza ed inclusione, accettazione e rispetto in un mondo senza violenza.
Eppure, abbiamo visto come a sinistra, mentre si decantano tanto forme di tolleranza, di rispetto, di inclusione sociale, di accettazione, accoglienza delle diversità, di libertà e di democrazia, nei fatti tutto ciò viene da loro espresso in modo totalmente opposto.
Lo abbiamo visto nelle manifestazioni pre elezioni politiche del 2022, ma soprattutto a seguito del risultato maturato dalle urne, dove la scelta popolare di cambiare registro alla guida dell’Italia votando a maggioranza per il centrodestra con una consistente ala di destra nel governo che si è andato a formare, li ha mandati su tute le furie, facendo emergere la loro vera indole: quella aggressiva, intollerante che si nasconde dietro il loro falso “progressismo“, dietro la loro falsa ideologia democratica.
E tutto questo loro disagio, quando il consenso popolare si dirige da un’altra parte, rispetto le loro sponde politiche, sono pronti a manifestare odio, rabbia e violenza, negando al contempo stesso, la libertà a chi si permette di fare scelte diverse da quelle cui loro auspicano.
E oggi, dagli scranni della Camera dove siedono all’opposizione, ci dicono che “instillare” i principi della “ideologia gender” nei giovani, li rende liberi, tolleranti e non violenti?
Beh, rimane difficile crederlo stando a quanto in ragione di libertà, non violenza e tolleranza, loro stessi manifestano davanti un dissenso popolare.
A sinistra si preoccupano di esaltare tutto ciò che è all’opposto dei principi umani secondo natura; di esaltare tutto ciò che ha origini altrove, in fatto di tradizioni, storia e cultura, tralasciando se non negando tutto ciò che è insito nelle radici della nostra terra; a sinistra si preoccupano di negare quelli che sono i nostri riferimenti spirituali e religiosi per promuovere altre forme di spiritualità e religione; si preoccupano di esaltare il reato quale giustificazione per la rivendicazione di un proprio diritto (si veda ad esempio le occupazioni abusive delle proprietà altrui).
Questo, è il pensiero progressista di cui si fregiano a sinistra e attraverso il quale vorrebbero anche indottrinare i fanciulli all’ideologia gender.
E’ evidente che lo “zampino” della sinistra si sia posato anche sul tavolo del Comitato Etico, all’Università Roma Tre che, guarda caso, supporta il progetto “Laboratorio per bambini trans e gender creative“, per minori di età compresa tra i 5 e i 14 anni.
Laboratori per “bambini trans” pagati, tra l’altro con i soldi pubblici, nel continuo tentativo di indottrinamento dei giovani e proposti all’interno di istituti scolastici o universitari.
Un’ideologia, quella gender, che crea confusione psico-emotiva in fanciulli di 5 anni, così come la crea in quei ragazzi adolescenti in cui è in atto la trasformazione psicofisica, dove la tempesta ormonale la fa da padrona.
Per tutti, le loro scelte non devono essere fuorviate dal tentativo di far passare concetti apparentemente volti a favorire il loro “sviluppo consapevole“, proponendogli, laboratori per bambini trans o corsi di formazione per diventare Drag Queen.
Piuttosto, servono progetti socio-pedagogici che, senza dare un indirizzo specifico, né un’ideologia specifica, li pongono nella condizione di consapevolizzare, attraverso un processo esperienziale, la loro natura biologica, sociale e psicologica, accompagnandoli (non indirizzandoli o indottrinandoli) all’interazione con gli altri e alla scoperta dei vantaggi che offrono l’accettazione, l’accoglienza, la tolleranza, l’inclusione, la condivisione e il rispetto dell’altro e delle diversità umane.
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