Lou Reed è morto oggi. Lo scrive Rolling Stone nel suo sito online. Aveva 71 anni e, per il sito della celebre rivista, le cause della morte sarebbero sconosciute. Il leader dei Velvet Underground era nato il 2 marzo del 1942 a Brooklyn
(MeridianaNotizie) Roma, 27 ottobre 2013 – “Per cosa vale la pena vivere? Non lo so, se lo sapessi ve lo rivelerei. Anzi: direi per il tai chi, per una chitarra Fender, una Harley Davidson e un Porsche gialla.”
Lewis Allan Reed lascia il mondo della musica senza uno dei suoi pilastri. La notizia del decesso è stata data dalla rivista Rolling Stone attraverso il suo sito web e si è poi diffusa in tutto il mondo senza smentite di sorta. Il fisiatra di Reed, Charles Miller, che si era occupato di lui durante il periodo riabilitativo post-trapianto, notò di come Reed “sia stato molto combattivo fino alla fine. Stava ancora facendo i suoi esercizi di Tai Chi fino a un’ora prima di morire, cercando di tenersi in forma per continuare la sua lotta contro la malattia”. Cantautore, polistrumentista e poeta statunitense, nasce a New York da una famiglia di origine ebraica. Si fa conoscere, e forse amare da Andy Warhol soprattutto, per la sua apatia e inespressività decadente. Irriverente, dalla voce bassa e cavernosa quale escono testi crudi e sinceri, è stato il primo artista a portare le storie dei bassifondi nei testi, a dire ciò che non era mai stato detto prima in una canzone.
Nel 1956, ancora adolescente, Reed venne sottoposto ad una terapia di elettroshock che avrebbe dovuto curare la bisessualità che si stava manifestando in lui; nel 1974 Reed scrisse la canzone Kill Your Sons circa questa esperienza che lo traumatizzò e di cui non si liberò mai. Dalla sua voce all’incontro con Warhorl il salto è breve ma non immediato. Dopo l’iniziale gruppo chiamato “The Shades”, Reed fonda insieme a John Cale i Velvet Underground nel 1966. Tra i finanziatori del gruppo proprio l’eccentrico artista pop. Wahrol disegna la copertina del primo album, quella banana fallica che non poteva esssere sbucciata, diventata un’icona di un’intera generazione. All’interno dell’album brani indimenticabili come Sunday Morning, Femme Fatale, Heroin, Venus in Furs, I’m waiting for the man, The Black Angel’s Death Song. Un disco pioneristico costruito insieme a John Cale, Sterling Morrison, Maurine Tucker agli strumenti e la voce della modella tedesca, musa di Wahrol, Nico.
L’orientamento musicale e la pubblica immagine di Angelo del male lo ha accompagnato e ha riempito i media per oltre tre decenni rendendolo uno dei personaggi di punta del genere Rock. Era inoltre riconosciuto come il pionere della “Ostrich Guitar”, un particolare utilizzo della chitarra elettrica. Il grande merito dei Velvet Underground fu probabilmente quello di aver unito il campo poetico-musicale del rock con un aggressivo realismo, ispirato dalla vita nelle strade di New York e che ha anticipato di dieci anni quello che sarebbe stato il punk rock e influenzato profondamente altri movimenti come noise, new wave, lo-fi e rock alternativo.
Le canzoni che hanno segnato un’epoca e i cuori degli amanti della buona musica d’autore :
The ostrich – Questo singolo è stato registrato nel 1964 da una band chiamata The Primitives, di fatto il primo nucleo dei Velvet Underground. Scritto da Lou Reed, era una parodia delle canzoni dance dell’epoca.
Sunday morning – È il brano che apre l’album The Velvet Underground & Nico, l’esordio della band di Lou Reed ancora oggi considerato una pietra miliare del rock. Le immagini che accompagnano la canzone sono state girate da Andy Warhol.
I’m waiting for the man – Altro pezzo estratto da The Velvet Underground & Nico, diventato un classico del repertorio live di Lou Reed. Anche in questo caso, le immagini sono state girate da Andy Warhol.
Rock & roll – Una canzone estratta da Loaded, il quarto album dei Velvet Underground, l’ultimo con la partecipazione di Lou Reed.
Walk on the wild side – Transformer, uscito nel 1972, è diventato l’album più famoso della carriera solista di Lou Reed. È stato prodotto da David Bowie e Mick Ronson. Oltre aWalk on the wild side contiene canzoni come Perfect day e Satellite of love. All’epoca Walk on the wild side diventò anche una hit radiofonica, nonostante parlasse temi controversi come la droga, la transessualità e la prostituzione maschile.
Oh Jim – Berlin, nonostante il flop commerciale, è diventato un album di culto nella produzione di Lou Reed. È un concept album su una coppia di amanti nella Berlino degli anni settanta, con suoni cupi e decadenti.
Sweet Jane – Scritta e registrata la prima volta con i Velvet Underground nel 1970, Sweet Jane è tra i brani più amati dai fan del musicista americano. Ecco la versione estratta dal disco dal vivo Rock’n’roll animal.
Dirty Blvd – New York è uscito nel 1989, ed è stato un grande successo di pubblico e critica. Questa è una versione dal vivo del singolo Dirty Blvd.
Small town – Pubblicato nel 1990, Songs for Drella è stato scritto e registrato con il gallese John Cale, amico e polistrumentista dei Velvet Underground. L’album è dedicato a Andy Warhol, morto nel 1987.
The view – Lulu è stato l’ultimo album pubblicato da Lou Reed. Registrato insieme ai Metallica e uscito nell’ottobre del 2011, è stato accolto in modo piuttosto freddo dalla critica e dal pubblico.
Rock and roll heart – Nel 1998 la televisione Pbs ha dedicato a Lou Reed un documentario della serie American Masters, che racconta la vita del musicista statunitense. Il video completo, con i sottotitoli in italiano.
John Cale, ex compagno di gruppo nei Velvet Underground, lo ricorda cosi su Facebook:”Il mondo ha perso un compositore superbo e un poeta… Io ho perso il mio amico di gioventù”
Il servizio video di Domenico Lista
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