I condannati definitivi con recidiva per piccolo spaccio, potranno ottenere il ricalcolo della pena per l’incostituzionalità della norma che vietava loro la concessione delle circostanze attenuanti
(Meridiana Notizie) Roma, 29 maggio 2014- Per effetto della decisione delle sezioni unite penali della Cassazione “potranno uscire dal carcere migliaia di detenuti condannati per piccolo spaccio, qualora venisse accolta la loro richiesta di revisione del trattamento sanzionatorio”. Lo spiegano fonti della Suprema corte. Le stesse fonti della Suprema corte, preannunciano anche come, in questo modo, “aumenterà di molto il lavoro dei magistrati dell’esecuzione della pena” che nella maggior parte dei casi sono i tribunali e in misura minore le corti d’appello. Via libera, dalle sezioni unite penali della Cassazione, al diritto dei condannati in via definitiva per spaccio lieve di droga, con la recidiva, alla rideterminazione della pena al ribasso, per effetto di due verdetti, del 2012 e quello recente del 2014, della Consulta sulla legge Fini-Giovanardi. I supremi giudici – presieduti dal primo presidente Giorgio Santacroce – hanno appena preso questa decisione, accogliendo un ricorso della procura di Napoli contro la decisione del tribunale, che aveva negato ad un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena a seguito della sentenza della Consulta che nel 2012 aveva dichiarato incostituzionale la norma della Fini-Giovanardi che vietava la concessione delle circostanze attenuanti prevalenti nel caso di recidivi.
Il giudice dell’esecuzione incaricato del ricalcolo dovrà tenere presente della ‘abolizione’ della Fini-Giovanardi nella parte che non distingueva tra droghe leggere e pesanti con effetti di aggravio di pena anche per le ipotesi lievi. Della decisione della Cassazione, precisano fonti della stessa Suprema corte, “non si possono avvantaggiare i detenuti condannati in via definitiva per spaccio di droghe pesanti commesso con l’associazione a delinquere”. In base alle ultime stime, in carcere ci sono circa cinque mila detenuti per spaccio di droghe pesanti in associazione, e circa nove mila per spaccio di lieve entità. E’ quest’ultima ‘platea’ che potrà chiedere il ricalcolo della pena ai giudici dell’esecuzione. “La decisione della Cassazione mette l’Italia al passo con la giurisprudenza di Strasburgo e, insieme alle due sentenze della Consulta, ci mettono più ‘in regola’ con la Carta di Diritti dell’Uomo”. Così Giuseppe Maria Berruti, direttore del massimario della Cassazione, sul verdetto che riduce le condanne per spaccio leggero.
La Redazione
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