I “deliri” dei “perdenti” che non accettano le “scelte democratiche” degli italiani di avere un Governo di centrodestra per i prossimi cinque anni
– articolo di Massimo Catalucci
(MeridianaNotizie) Ardea, 28 settembre 2022 – Avaaz, come si legge nei loro messaggi e-mail, “è un movimento globale con oltre 70 milioni di membri, che promuove campagne per far valere la voce dei cittadini nelle stanze della politica di tutto il mondo (Avaaz significa “voce” in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; il nostro team vive in 18 paesi e 6 continenti e opera in 17 lingue (clicca qui)“.[messaggio estratto dalle e-mail inviate da Avaaz – clicca qui]
Fin qui, quanto descritto negli intenti che il movimento si prefigge di promuovere è tutto bello e nobile. Quello che stona è che il “Team di Avaaz“, che si identifica e si sottoscrive con i nomi (che abbiamo oscurato per questioni di privacy) di alcuni membri che ne fanno parte e per conto di tutto il team, prenda posizione in merito alle scelte che gli italiani hanno fatto il 25 settembre scorso, ovvero, la decisione di questi ultimi di esprimere il proprio consenso a Giorgia Meloni e al centrodestra, esercitando, altresì, il proprio diritto di voto, nel rispetto di uno “stato democratico”.
E laddove è legittimo anche il diritto di manifestare il proprio dissenso, verso chicchessia, sempre nel rispetto delle leggi democratiche, l’appello fatto dal “Team di Avaaz” (vedi la pagina web – clicca qui), promosso attraverso la rete a mezzo e-mail ai propri iscritti, evidenzia la tendenza della suddetta organizzazione di appoggiare la linea fin qui usata da quella parte della politica opposta all’ideologia di destra esercitata da Giorgia Meloni e dal suo partito, Fratelli d’Italia.
Un dissenso basato sulla strategia della paura dei “fantasmi di una dittatura fascista” che dovrebbe tornare al Governo con Fratelli d’Italia, secondo i deliri di alcuni ma che, nella realtà è depositata nel passato della nostra nazione e che trova spazio, da oltre 70 anni, solo nei libri di storia.
Questo “modus operandi” del “Team di Avaaz”, ricorda un po’ l’azione di un movimento giovanile che creò il proprio sodalizio nel novembre del 2019, in occasione delle imminenti elezioni Regionali in Emilia Romagna che si svolsero poi, il 26 gennaio 2020. Un movimento che saltò alla ribalta dei media con il nome de “Le Sardine” e che si dichiarava in opposizione al populismo e al sovranismo, ovvero, contro alcuni partiti della destra italiana.
Un movimento spontaneo giovanile, si diceva all’epoca ma cui rimane tutt’ora difficile crederci, in quanto nacque e diventò operativo in pochissimi giorni, dando vita a manifestazioni di piazza che facevano invidia a partiti storici italiani per l’organizzazione che c’era dietro i loro eventi e le risorse necessarie utili per realizzarli. Ma volendo accettare che tutto fosse stato architettato da giovani geni e capaci neofiti, organizzatori politici, anche questo movimento si schierò contro una destra con la strategia della paura di un ritorno al fascismo, in quanto c’era la possibilità che in Emilia Romagna si potesse assistere ad un cambio di guardia al comando della Regione, a trazione centrodestra. In quell’occasione la manovra persuasiva del movimento “Le Sardine” riuscì e la sinistra si aggiudicò la conduzione della Regione Emilia Romagna.
Così come abbiamo assistito in questi giorni post-elezioni all’occupazione del noto liceo Manzoni di Milano, da parte degli studenti che motivano la loro azione, sempre puntando su un’infondata paura della salita al Governo dei fascisti. Ed anche qui verrebbe da chiedersi se dietro questi ragazzi ci siano adulti che li indottrinano su una linea unica e strategica chiamata “paura del ritorno al fascismo in Italia” o sia solo farina del loro sacco.
Comunque, a queste ultime elezioni, il ripetersi della strategia della paura si è trasformata in un boomerang che è tornato indietro al mittente colpendolo e abbattendolo. In questa campagna elettorale, tali tentativi di persuadere le persone impaurendole, non hanno fatto presa su molti italiani, suggellando, di fatto, la vittoria del centrodestra, di Giorgia Meloni e affermando, altresì, Fratelli d’Italia quale primo partito della nazione (26% delle preferenze).
Tuttavia, le azioni di disturbo non cessano di continuare ad essere esercitate da una parte di quegli italiani che non accettano ancora il responso delle urne di domenica scorsa.
E lo stesso “filone” è stato ripreso in questi giorni dal “Team di Avaaz”, da cui non ti aspetteresti che prenda posizione così netta e soprattutto in contrapposizione alla scelta degli italiani fatta in pieno rispetto delle regole democratiche.
Purtroppo, invece, in questa campagna elettorale, sia prima, sia ora che le elezioni hanno avuto luogo, abbiamo assistito e stiamo assistendo ancora a tutto e di più in fatto di intolleranze e mancanze di rispetto da parte di una politica che decanta a parole i valori di accettazione del pensiero altrui ma che poi, nei fatti non accetta le decisioni del popolo che, è bene ricordarlo, è sovrano nel nostro Paese.
E’ stata una campagna dove anche diversi VIP, si sono scagliati contro Giorgia Meloni dicendole di tutto e alimentando, ancora una volta, la paura infondata di un ritorno al fascismo con Fratelli d’Italia al Governo. L’ultimo episodio si è avuto dopo il suo concerto a Roma lo corso 25 settembre da Renato Zero (clicca qui), preceduto da altri interventi di suoi colleghi quali, Giorgia, Loredana Bertè, Vanessa Incontrada (clicca qui) solo per citarne alcuni, simpatizzanti di una sinistra intollerante e aggressiva.
Una campagna, quella dei contrari al pensiero di destra di Giorgia Meloni e del suo partito, fondata sull’odio e sull’aggressione continua, verbale, mediatica e provocatoria, come la presenza di disturbatori nei comizi che la Leader di Fratelli d’Italia teneva in tutta la nazione.
Forse tutti coloro che si dicono democratici e di sinistra, dimenticano una cosa fondamentale, che il partito di Fratelli d’Italia che ha per simbolo la fiamma tricolore, che alcuni avrebbero voluto oscurare, è regolarmente inserito ed accettato nel sistema politico elettorale italiano e che il suo statuto è adeguato e conforme a quanto sancito dalle nostre leggi costituzionali.
E qui non si può non dare ragione a Giorgia Meloni: nel nostro Paese c’è una sinistra che dopo decenni, dal dopoguerra ad oggi, non riesce ad accettare che gran parte degli italiani, abbia deciso, oggi, di mettere nelle mani della destra il potere governativo.
Il problema più grande che la sinistra italiana, probabilmente, sta soffrendo molto, è aver preso consapevolezza che gli è stato tolto, dagli italiani stessi, quel potere che ha gestito per tanto tempo ma che non ha prodotto vantaggi per l’Italia e gli italiani, soprattutto per quelle fasce più deboli e svantaggiate.
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