(Meridiananotizie) Ardea, 30 luglio 2021 – Ora qualcuno griderà “ecco i soliti complottisti che vedono il marcio dappertutto“.
Ma forse la realtà che stiamo vivendo, ovvero, il grande “caos” determinato dalla diffusione di un virus che, a detta di molti non è più pericoloso dell’AIDS, per il quale a distanza di 40 anni sono morte milioni di persone e molte continuano a morire e per cui non è stato trovato un vaccino; per altri è la “peste bubbonica” per cui l’unico rimedio è quello di un vaccino creato in fretta e furia ancora in fase di sperimentazione (l’AIFA indica che terminerà entro dicembre 2023 – clicca qui) a discapito di altri trattamenti medici, farmaci, che agiscono sull’immunità innata degli esseri umani; di fatto questo grande caos, sta esasperando i cittadini e non più quelli pro-vax e no-vax ma tutti, che esausti iniziano a vedere una “mala gestio” del Governo dell’emergenza sanitaria dichiarata.
E la non sicurezza, né certezza, date dalle indicazioni governative, di vaccinarsi, di osservare i vari DPCM emanati dal presidente del Consiglio dei Ministri, di osservare le chiusure di alcune attività e non in ultimo, la notizia che dal settembre prossimo in poi, sono pronte altre terapie diverse dai vaccini per fronteggiare l’epidemia del Coronavirus, sta facendo “ribollire” gli animi dei cittadini che si trovano disorientati e si sentono anche presi in giro. Soprattutto coloro che, nel rispettare i “suggerimenti” del Governo (è bene ricordarlo che il Governo non ha mai obbligato, esplicitamente, a vaccinarsi, perché sa bene che ciò gli si ritorcerebbe contro per ovvi motivi legati ai diritti di libertà sanciti dalla costituzione italiana) si sono adeguati e sottoposti al vaccino ma sentono oggi di non avere quelle certezze e sicurezze che lo stesso trattamento sanitario avrebbe dovuto garantirgli.
E anche l’ultimo triste fatto di cronaca, che ci ha riportato la notizia del suicidio del Dott. Giuseppe De Donno (ex primario di pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova), ha lasciato sgomenti tutti, pro-vax e non vax. Si, perché l’interrogativo in questi casi è d’obbligo: “quale valida motivazione avrebbe avuto il Dott. De Donno per suicidarsi, visto che una persona come lui ha dedicato la sua vita a salvare quella degli altri e soprattutto, visto che ora si sta riparlando della terapia al plasama autoimmune?“.
Abbiamo già letto commenti a tale triste avvenimento, che fanno riferimento a presunti stati depressivi del medico “suicida” che lo avrebbero indotto a compiere l’estremo gesto.
Noi, non vogliamo, certamente, affermare il contrario (saranno gli organi competenti in materia a fare luce sulla sua morte) ma non possiamo rilevare che questo evento, avviene, in circostanze che fanno, quanto meno, riflettere.
Nei giorni scorsi, lo riportiamo come fatto di cronaca, alcuni manifestanti No-vax scesi in piazza a Milano, hanno gridato a gran voce il nome del Dott. De Donno: “È un eroe, è stato ammazzato da chi voleva metterlo a tacere“. Un accusa forte e chiara dei manifestanti che, senza mezzi termini, fanno pensare ad un suicidio indotto.
Il Dott. Giuseppe De Donno, per onor di cronaca, è considerato il padre della cura del Covid col plasma iperimmune. Un trattamento del virus che, riguardo il profilo sanitario non presenta effetti collaterali a chi viene somministrato e che, e forse il problema potrebbe essere in ambito economico (ecco il dubbio di molti cittadini sulla natura della sua morte), rappresentava e rappresenterebbe ancora, un trattamento dai bassi costi di produzione e gestione per la Sanità Nazionale. Inoltre, lo stesso non può essere brevettato, in quanto parliamo di una cura naturale che consiste in trasfusioni di plasma prelevato da persone guarite dal Covid-19, ricco di anticorpi.
In tutto ciò, rimane difficile la gestione dell’attuale situazione sociale, sanitaria ed economica che già si prospetta, per il prossimo futuro, ovvero, al ritorno a settembre alla vita cittadina (riapertura delle scuole, elezioni politiche nei comuni e nelle regioni, attività lavorative e molto altro) una grande incognita che ci riporta indietro di un anno e mezzo.
L’augurio per tutti è che il Governo arrivi a trovare il giusto equilibrio per garantire i cittadini, sia da un punto di vista della vita sociale, della sicurezza sanitaria e soprattutto, della vita delle attività economico produttive già devastate da circa 18 mesi di limitazioni e negazioni…
- articolo di Massimo Catalucci
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