(Meridiananotizie) Roma, 17 ottobre 2021 – Nella copertina di oggi abbiamo voluto scegliere alcuni fotogrammi di Lazio-Inter, gara disputata ieri allo Stadio Olimpico nella Capitale, che esprimono in tutta la loro chiarezza da che parte del pulpito vengono le moralizzazioni che si sono susseguite dopo la partita, vinta dai biancocelesti, nettamente, per 3 a 1 sui nerazzurri.
Il gesto del difensore interista, Dumfries, ai danni di Felipe Anderson, realizzatore del secondo gol laziale, ripreso da tutte le telecamere, purtroppo, è rimasto impunito, eppure, l’aggressione è chiara, netta e meritevole di almeno una giornata di espulsione.
Il gesto aggressivo, mai e poi, mai giustificabile dell’interista, è scaturito da un presunto fallo (non giudicato tale dall’arbitro) subito a centrocampo dai nerazzurri, nel corso di un’azione di attacco di quest’ultimi, conclusosi con il tiro in porta di Lautaro e bloccato dal portiere laziale Reina. Su successiva ripartenza della Lazio, Felipe Anderson s’invola verso la porta avversaria (in quel momento nella metà campo interista erano 5 nerazzurri e due laziali, Anderson e Immobile) e crossa dalla parte opposta per il compagno Immobile che, entrato in area, lascia partire un tiro verso la porta avversaria, ribattuto dal portiere interista al centro dell’area di porta su cui si avventa il numero sette biancoceleste che con un “tapin”, facile, facile, sigla la rete del 2 a 1 per la Lazio.
Da qui, gli interisti, perdono la testa, in primis con Dumfries che strattona per la maglia Felipe Anderson con un gesto minaccioso di volergli tirare un pugno (vedi copertina articolo), a cui si aggiungono, prima il loro portiere Handanovic e poi, Lautaro. Tutti contro il numero sette laziale accusato dai nerazzurri di non essersi fermato nella sua azione d’attacco per un loro compagno finito a terra in una precedente loro azione di gioco.
Su questo episodio chiave, della gara, è intervenuto Mister Sarri, persona che non si nasconde mai dietro un dito quando la Lazio rimedia brutte e sonore sconfitte (vedi Bologna) e che in questo caso non le ha mandate a dire a chi vorrebbe far credere allo scandalo sul secondo gol laziale: “Quando Dimarco resta a terra – dichiara Sarri – la palla ce l’ha l’Inter: se qualcuno doveva metterla fuori erano loro. C’è poco da dibattere: con un uomo per terra sono andati alla conclusione, noi abbiamo continuato a giocare e c’è un regolamento preciso. Queste scene si vedono solo in Italia, in Inghilterra si prosegue a giocare“.
E per dimostrare che la Lazio ha meritato la vittoria in tutto e per tutto, con onestà, umiltà e determinazione, oltre che con un palleggio continuo e costante ed i cambi azzeccati da Mister Sarri, partiamo dai dati, così da escludere ogni possibile ed eventuale distorsione della realtà che qualcuno, dopo la grande rimonta di ieri della S.S. Lazio ai danni del’Inter, ha tentato di alimentare gridando, addirittura, ad un presunto, alquanto pretestuoso, atteggiamento “infame” che i ragazzi biancocelesti avrebbero messo in atto in occasione del loro secondo gol.
Statistiche della gara
I dati, dicevamo…eccoli:
- Tiri totali verso la porta – LAZIO 19 – INTER 12
- Tiri nello specchio della porta – LAZIO 8 – INTER 4
- Possesso palla – LAZIO 53% – INTER 47%
- Passaggi – LAZIO 565 – INTER 503
- Falli commessi – LAZIO 13 – INTER 12
- Ammonizioni – LAZIO 3 – INTER 6
- Espulsioni – LAZIO 1 – INTER 0
- Fuorigioco – LAZIO 0 – INTER 0
- Calci d’angolo – LAZIO 7 – INTER 3
C’è poco da dire, la Lazio ha vinto, nettamente, ed ha bloccato, momentaneamente, la corsa dell’Inter, una squadra costruita per candidarsi tra le pretendenti allo scudetto edizione 2021/2022.
Purtroppo, il nervosismo dei ragazzi di Mister Simone Inzaghi, ha avuto seguito anche dopo il fischio finale dell’arbitro Irrati che, guarda caso, non ha visto nulla delle reazioni violente dei nerazzurri ai danni di Felipe Anderson ma è stato molto bravo a scorgere Luiz Felipe che, ingenuamente (purtroppo il giovane difensore laziale deve capire che non gioca nell’Inter, nella Juve, nel Milan o nella Roma), salta sulle spalle del suo grande amico Correa (probabilmente, amico solo da parte sua vista la reazione dell’interista con il quale condivideva a Roma la loro quotidianità), per scherzare con lui in modo goliardico come si fa tra amici….quelli veri che sanno stare agli sfottò. Ma la reazione del “suo amico” Correa, non è stata quella che Luiz Felipe si aspettava, tant’è che lo stesso difensore brasiliano, è scoppiato in lacrime a fine gara, sia per il gesto di chi ritiene tutt’ora un amico, sia per l’espulsione rimediata dall’arbitro che ha interpretato il gesto goliardico, diversamente, rispetto a quello che era negli intenti di Luiz Felipe.
E mentre ti aspetti la reazione di Correa con le scuse al suo ex compagno di squadra, è invece un umile Luiz Felipe che le rivolge a lui perché si sente mortificato da qualcosa che non avrebbe mai e poi, mai pensato di fare con la malizia che in molti moralisti, invece, adottano in ogni occasione.
Le scuse di un umile e commosso Luiz Felipe
Ecco le parole del giovane difensore laziale dopo il match, pubblicate sulla sua pagina Instagram:
“Vorrei esprimermi sulle ripercussioni negative in relazione a quanto accaduto oggi, a fine partita. Innanzitutto, voglio chiarire che ho un grande rispetto per l’Inter o per qualsiasi altro club. Siamo tutti professionisti, che lavorano per perseguire i nostri obiettivi e non mancheremmo mai di rispetto a un altro professionista. A fine partita sono finito per saltare sulle spalle di Tucu perché è uno dei grandi amici che il calcio mi ha dato. Le nostre famiglie sono amiche e siamo sempre stati molto uniti. Lì, quello che volevo di più era abbracciarlo e scherzare sul risultato, per quanto la nostra amicizia lo permette, ma mi sono emozionato. Forse, ripensandoci, non era il momento migliore o il luogo più adatto. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito offeso e chiarisco che non ho cercato, in alcun modo, di essere irrispettoso nei suoi confronti, nei confronti degli altri atleti o dell’Istituzione Internazionale e dei suoi appassionati tifosi. È stato un atto innocente, da una persona che ha un grande affetto per Tucu !! Ti amo mano ❤️ @tucucorrea“
Attendiamo ora la reazione del Tucu...
Molti attaccano la Lazio e Lotito. Ma lo stile Lazio si vede anche in queste circostanze. Se fosse accaduto al contrario tutto quanto visto ieri in campo dopo il secondo gol della Lazio, siamo sicuri che la Società biancoceleste non avrebbe mai permesso ai propri giocatori di comportarsi come si sono comportati i nerazzurri. E laddove si fossero concretizzati fatti simili, prontamente, sarebbero arrivati comunicati stampa post-partita di scuse pubbliche. Ma questo si chiama Stile Lazio e in pochi di coloro che fanno i moralisti: giocatori, giornalisti, opinionisti, commentatori, tifosi, possono vantare di avere nel proprio DNA.
Il tentativo dei moralisti-immorali, di distorcere la realtà dei fatti
Moralisti che dimenticano i recenti comportamenti di Simone Inzaghi che, con un contratto in mano firmato dal Presidente Lotitio, ha atteso che Conte liberasse la panchina dell’Inter per accasarsi dai nerazzurri; oppure, il caso di De Vrij, che firmò una settimana prima il contratto con la squadra interista e nel corso della gara di campionato contro quest’ultimi, casualmente, fece uno scivolone in difesa e regalò loro la vittoria che volle dire, qualificazione per l’Inter alla Champions League e fuori dal massimo torneo europeo per la Lazio; oppure, l’altro addio recente di Correa che non ci ha pensato due volte, chiamato di Simone Inzaghi, a lasciare la Lazio per approdare a Milano, sponda nerazzurra. Insomma, credo che la società Lazio, i suoi tifosi, giocatori e tutto lo staff tecnico e dirigenziale, non possono tollerare moralizzazioni da chi è il primo indiziato ad assumere atteggiamenti irrispettosi, amorali, antisportivi.
Oggi abbiamo, volutamente, parlato poco, da un punto di vista tecnico-tattico della gara, perché la sintesi la troviamo nei dati statistici che abbiamo fornito all’inizio e che tolgono ogni dubbio a che ha meritato di vincere. Per cui ci sembrava più giusto, invece, fare un’analisi di quanto accaduto dopo che la Lazio è passata in vantaggio e come si vorrebbero strumentalizzare i fatti occorsi per distorcere la realtà.
Le dichiarazioni degli allenatori nel post-gara
Sarri – “C’è poco da dibattere, quando Dimarco resta a terra l’Inter va al tiro in porta. Se qualcuno doveva mettere fuori la palla erano loro. Hanno legittimato tutto, significa che volevano continuare a giocare. C’è un regolamento preciso, questo accade solo in Italia. Ho fatto un anno in Premier League, questo lì non accade. Spesso a proseguire il gioco è la squadra con il proprio giocatore a terra. Felipe Anderson è stato aggredito ripetutamente. Sono stato squalificato per atteggiamento intimidatorio senza alzare un dito, io mi aspettavo qualche cartellino rosso dopo quelle scene“.
“Siamo andati sotto su un rigore, ma stavamo facendo bene. L’ho detto ai ragazzi alla fine del primo tempo: se restiamo in partita non perdiamo mai. Infatti è bastato un episodio che ha cambiato la partita. Dobbiamo trovare un po’ di solidità. Se riusciamo a trovare un minimo di solidità è come avere delle buone fondamenta. La scelta di Basic è stato per quello. È chiaro che Luis Alberto per noi è un giocatore importante che in futuro ci farà più che comodo“.
“Pedro e Felipe Anderson hanno fatto bene. Pedro è un giocatore di un talento straordinario e di grande esperienza. Felipe è un potenziale crack, ma ha vissuto di alti e bassi. Il nostro tentativo è di tenere le sue prestazioni verso l’alto, cercando di evitare quei bassi che ha dovuti a dei vuoti mentali. Ho avuto la fortuna di allenare grandi giocatori, per qualità tecniche e fisiche è un giocatore con pochi eguali se riesce a risolvere questo problema“.
“Io sono un allenatore da campo. Mi diverto in campo, a preparare la squadra e a far migliorare i giocatori e ti trovi coinvolti un calcio che accelera i tempi. Quando giochi tre volte in una settimana non puoi migliorare i giocatori. Sta diventando un lavoro diverso e a me, sinceramente, piace meno“.
Simone Inzaghi – “Abbiamo fatto la miglior partita delle ultime giocate, ma una squadra come la nostra, in vantaggio di un gol, deve gestire meglio l’ultimo passaggio e segnare il raddoppio. Poi purtroppo abbiamo preso il pareggio dopo un calcio d’angolo che non possiamo concedere. Da quel momento la gara è cambiata e la Lazio è rientrata in partita. Abbiamo preso un secondo gol un po’ strano e abbiamo perso la testa, questo non deve succedere. Dispiace, è una battuta d’arresto che non ci voleva per la nostra classifica ma ci prendiamo la prestazione e guardiamo avanti“.
“Lautaro Martinez era di spalle e non poteva sapere che Dimarco era rimasto a terra. Si poteva buttare fuori il pallone, ma non mi soffermerei a parlare di questo. Una squadra come la nostra, giocando una partita come questa, deve portare a casa il risultato. Quando si affrontano avversari come la Lazio non bisogna dare la possibilità di rientrare in partita. Per un’ora abbiamo avuto un’ottima gestione del pallone ma abbiamo concesso agli avversari di tornare in gara e ne abbiamo pagato le conseguenze“.
“La squadra ha fatto la prestazione, non avremmo dovuto prendere il pareggio e anche dopo il 2-1 avremmo avuto il tempo per sistemare il risultato. È stata una giornata intensa con un finale amaro, perché ho visto una squadra che ha tenuto il campo nel migliore dei modi e avremmo dovuto ammazzare il match. Dovevamo essere più bravi nell’ultimo passaggio e trovare il 2-0. Saranno due giorni di analisi perché una squadra come la nostra non può tornare a casa con un 3-1 dopo una prestazione del genere“.
Il tabellino della gara
Lazio-Inter 3-1
LAZIO (4-3-3): Reina; Marusic, L. Felipe, Patric, Hysaj (21° st Lazzari); Milinkovic, Leiva (40° st Cataldi), Basic (21° st L. Alberto); F. Anderson (41° st Akpa Akpro), Immobile, Pedro (30° st Zaccagni).
A disposizione: Adamonis, Escalante, Moro, Muriqi, S. Radu, Strakosha, Vavro.
Allenatore: Sarri.
INTER (3-5-1-1): Handanovic; Bastoni (22° st Dumfries), De Vrij, Skriniar; Darmian, Gagliardini (22° st Vecino), Brozovic, Barella (41° st Calhanoglu), Dimarco; Perisic (22° st Correa); Dzeko (31° st Lautaro).
A disposizione: Cordaz, D’Ambrosio, Kolarov, A. Radu, Ranocchia, Satriano.
Allenatore: Inzaghi.
ARBITRO: Irrati di Pistoia
MARCATORI: 12° pt su rig. Perisic (I), 19° st su rig. Immobile (L), 36° st Felipe Anderson 46° st Milinkovic-Savic (L)
NOTE: Ammoniti: Basic, Milinkovic, Felipe Anderson (L); Gagliardini, Bastoni, Lautaro, Dumfries, Correa, Darmian (I). Recupero: 1′ pt, 6′ st.
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