La certezza di un “sistema” che presenta molte incertezze. Intanto, continuano le ansie di chi registra strani effetti post-vaccino anti covid-19. Alessandra ci racconta la sua esperienza negativa.
(Meridiananotizie) Ardea, 17 settembre 2021 – Il governo continua nella sua marcia imperterrita nella promozione dello slogan “più green pass per tutti“, quasi a richiamare un “tormentone“, in questo caso ironico, citato più volte dal personaggio politico cinematografico, Cetto Laqualunque, impersonato da Antonio Albanese nel suo film “Qualunquemente“: “cchiù pilu pe’ tutti!”
E questa incoerenza, tra ciò che verbalmente il governo comunica alla popolazione in termini di libertà, responsabilità e ciò che poi, nell’atto pratico spinge a fare alla stessa, non può non suscitare l’esclamazione ad una situazione socio-sanitaria paradossale per cui, per rappresentare al meglio tale condizione, prendiamo in prestito un altro termine usato dal noto personaggio immaginario (immaginario?) di Cetto Laqualunque: “cazzu, cazzu, cazzu“.
Come potrebbe essere diversa l’esclamazione verso le decisioni di un Governo che non riesce a garantire l’equilibrio di uno stato sociale, economico, emotivo, psicologico e razionale, di una popolazione frastornata e confusa che, in molti casi, si sta rendendo conto di aver fatto scelte cui non avrebbe mai ceduto.
Di questa confusione, ne sono la prova le categorie di persone che il Governo ha lasciato fuori dall’obbligo del “green pass” (disoccupati, casalinghe e pensionati, oltre ad imputati, testimoni e pubblico nei tribunali italiani). Senza pensare che, nei palazzi del Governo, Senato della Repubblica e Camera dei Deputati, il green pass non è richiesto; come non è richiesto nei mezzi pubblici, ovvio, come sarebbe possibile pensare di controllare chi scende e chi sale da essi? Ma questa non è una scusante per capire dove applicare il green pass e dove no, piuttosto, un’aggravante della dubbia gestione dell’estensione del green pass ad alcune categorie.
Questo “modus operandi” del Governo, manifesta un’unica certezza, ovvero, l’incertezza di non saper prendere una linea decisa in una direzione che rispetti, realmente: lo stato della situazione attuale, sia in termini di effetti reali risolutivi del vaccino che delle altre terapie alternative ad esso (sorrette da voci attendibili del mondo medico scientifico); la libertà di scelta e l’equilibrio nella diffusione delle informazioni scientifiche (tutte) in relazione alla pandemia, al Covid-19 e a tutto ciò che è correlato a questi argomenti.
E la certezza che emerge in tutto ciò è che, per andare a lavorare o ci faremo il vaccino, oppure, dovremo pagare un “tampone” ogni 48/72 ore. Se questa non è coercizione, cos’è?
A questo momento molto critico, aggiungiamo, altresì, gli aumenti che dal prossimo autunno gli italiani si ritroveranno per le utenze e non solo e che incideranno, notevolmente, sulle economie delle famiglie.
Gli stipendi medi sono già ai minimi termini, in più è stato messo anche l’obbligo minimo del tampone (per chi non vuole fare il vaccino anti covid-19) per cui il potere d’acquisto delle famiglie diminuisce, ulteriormente, invece di adeguarsi, come è giusto che sia in un Paese che si definisce civile e sviluppato, agli indici di svalutazione annuale.
Un bel regalo, non c’è che dire, da parte del Governo agli italiani in questo ultimo trimestre del 2021.
E intanto, tra la tanta confusione che vige nella collettività da quando è esplosa questa pandemia, le denunce dovute ad effetti, quanto meno considerati strani ma in alcuni casi avversi post vaccino anti Covid-19, aumentano giornalmente. Nella nostra redazione è arrivata un’altra segnalazione a seguito di quella di Marco pubblicata qualche giorno fa (clicca qui). Su richiesta della diretta interessata, la Sig.ra Alessandra, di cui celiamo il cognome e la documentazione sanitaria che la stessa ci ha già fornito, pubblichiamo le dichiarazioni, in merito alle reazioni post vaccino anti covid-19 che la stessa sta, purtroppo, registrando.
Alessandra: “Dal 19 maggio scorso è cominciato il mio calvario”
- articolo di Massimo Catalucci
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