Serie A. Lazio-Fiorentina. Dopo Verona, già da stasera, Sarri vorrà vedere chi è con lui o chi vuole andar via a gennaio

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(Meridiananotizie) Roma, 27 ottobre 2021 – Dopo il tonfo di Verona, Mister Sarri già subito dopo la figuraccia rimediata con i veneti, a seguire la dirigenza della S.S. Lazio con a capo il Presidente Lotito, non le hanno mandate a dire ai ragazzi della rosa biancoceleste.

Il Mister laziale è stato categorico e come il suo predecessore, il grande Mister Fascetti nell’annata dei -9, con molta chiarezza ha fatto sapere ai propri ragazzi che nessuno è obbligato a seguire il suo pensiero ed il progetto di calcio che ha in mente in accordo con la società biancoceleste.

Io mi vergogno ha esclamato ai suoi ragazzi Mister Sarri subito dopo la gara persa con il Verona – Così non può andare avanti – ha continuato – non vincete perché vi chiamate Lazio, ma se vi impegnate. È una questione di mentalità, innanzitutto. Se giocate così, vuol dire che non vi sto entrando dentro. Guardiamoci in faccia e risolviamo ogni problema. Chi vuole sposare il progetto resti o altrimenti fra due mesi può andar via”.

I biancocelesti questa sera scenderanno in campo per il turno infrasettimanale di Serie A, valido per la decima giornata del massimo campionato di calcio nazionale. Come sappiamo, tutta la squadra è in ritiro da domenica sera a Formello per decisione della società, dopo la brutta figura rimediata a Verona. Tale scelta è stata decisa per avere un faccia a faccia con ogni giocatore e per cercare di lavorare più sulle motivazioni che sulla tecnica e la tattica. Bisogna diventare una “squadra” e recuperare la mentalità giusta per giocare da Lazio. Come ha detto lo stesso Mister Sarri, non devono esserci cali di tensione. La concentrazione deve sempre essere la stessa, sia se si gioca con l’Inter, sia se si gioca con l’ultima in classifica. Questa è la mentalità della grande squadra.

Le dichiarazioni degli allenatori nel pre-gara

Sarri – “Spero che la Lazio sia pronta a ripartire. Vediamo le risposte, sappiamo tutti la partita che dobbiamo fare. Penso che la squadra sia pronta, vedendo l’atteggiamento dei ragazzi in questi giorni. La Fiorentina è una squadra forte. Quest’anno ha un gioco completamente diverso da quello del passato ed è in grande crescita. Si sta costruendo e potrebbe avere un futuro importante”.

“I giocatori importanti possono sempre decidere il risultato finale. Si sta parlando di un giocatore come Ciro che sta segnando da anni con una continuità impressionante contro un giovane che sta avendo numeri importanti. Sicuramente saranno decisivi ai fini del risultato”.

“Noi siamo in un momento di riflessione. Sentendo parlare i ragazzi e andando a scavare, abbiamo visto che questi alti e bassi si stanno ripetendo da un anno e mezzo. Quasi sempre si verificano con le squadre di seconda fascia e questo ci deve portare a delle riflessioni e a delle correzioni. Vuol dire che alla base c’è qualcosa di sbagliato negli approcci di certe partite. Inoltre si verificano spesso alla terza partita settimanale, anche se i dati fisici non indicano una grande differenza tra la prima e la terza partita. Molto probabilmente c’è una certa abitudine a non mantenere le energie nervose su livelli alti per tempi prolungati. C’è da lavorare su problematiche di questo tipo”.

“Abbiamo fatto 12 partite, Luis Alberto ne ha fatte 8 da titolare e 4 in cui ha giocato 40 minuti. Faccio fatica a pensare che sia un problema per la Lazio. Chiaramente ci sono dei momenti della stagione in cui le necessità del singolo non corrispondono a quelle della squadra e si guarda al collettivo. Ma è un giocatore importante per noi e si spera di risolvere tutti i nostri problemi per poterci permettere anche Luis Alberto”.

“Sono 30 anni che faccio l’allenatore e questa è una delle squadre che mi ha dato maggiore disponibilità. Probabilmente abbiamo sbagliato a mandare alcuni messaggi, ma il gruppo sta lavorando. Questo non è garanzia di risultati, ma bisogna continuare a martellare. Per quanto riguarda la comunicazione esterna, spesso non coincide con quella interna. Ai giornalisti posso dire cose che fanno comodo a me e al gruppo e ai giocatori dire altre cose”.

“Quello di Luca Leiva è un ruolo importante per noi e penso che lui abbia le caratteristiche adatte. Ha qualche problema di tenuta, ma fa parte del percorso di un calciatore di una certa età. Quest’anno giochiamo anche i ritmi più alti rispetto all’anno scorso e qualche problema può venire fuori. Ma se ci garantisce anche un’ora di gioco ai suoi livelli a noi va bene. Abbiamo anche Cataldi alle spalle, che sta crescendo molto”.

“Questi sono giocatori forti, che possono diventare grandi attraverso il lavoro. A Roma c’è la tendenza a santificare i giocatori un po’ troppo facilmente. Questa squadra era abituata a giocare con tre difensori, due esterni, una punta e una sottopunta. Ora giochiamo con le tre punte, creando più campo da coprire e gli abbiamo complicato un po’ la vita. Ma è questione di abituarsi a un certo tipo di lavoro, ma finché gli spazi non vengono coperti nel modo giusto rischiamo di correre tanto a vuoto. Se riusciamo a mettere a punto queste cose, possiamo fare lo stesso tipo di gioco con un dispendio energetico nettamente minore”.

“Penso che prima di tutto per risolvere un problema, bisogna prenderne coscienza. Abbiamo tirato fuori dei dati da maggio dello scorso anno a oggi e c’è una ripetitività in certe situazioni. Una squadra che gioca con indici da Champions e dopo con indici da bassa Serie B e questo si è ripetuto diverse volte. Da lì si prende atto del problema e ci si può cominciare a lavorare. Ma il primo passo è la presa d’atto di non riuscire a rimanere costantemente su certi livelli, c’è una differenza troppo evidente tra alcune prestazioni. Il fatto che avvenga con squadre di seconda fascia ci deve far prendere coscienza anche che dobbiamo essere più umili perchè come noi abbiamo buoni giocatori, che devono lavorare ancora per diventare grandi. Abbiamo una buona squadra, ma per diventare una grande squadra abbiamo ancora lavoro da fare”.

“L’assuefazione a un certo tipo di ambiente ti può portare inconsciamente a un calo a livello motivazionale. Però il percorso mentale è obbligato e l’obiettivo ti deve scatenare delle motivazioni, che in campo ti devono scatenare la determinazione. In questo momento dobbiamo darci l’obiettivo più bello che c’è al mondo, ovvero di tirare fuori il 100%. Se ci riusciremo con una buona continuità, vedremo a cosa corrisponde. Se questo è un obiettivo sentito da tutti scatenerà motivazioni. Per quanto riguarda i terzini, stanno giocando tutti con una certa continuità. Con il Marsiglia ha giocato Lazzari. Il suo percorso è il più difficile, perché Marusic ha già assunto responsabilità difensive anche in passato, Lazzari era un puro esterno di spinta. Con tutta la squadra, non solo con Lazzari, siamo ancora a metà strada. Non facciamo ancora bene il nuovo e abbiamo perso il buono di quello che facevamo di vecchio”.

Italiano –È complicato gestire le energie quando le gare si fanno così ravvicinate. Soprattutto prepararle in un solo allenamento non è semplice. Il recupero della fatica si fa sentire. Chiaramente però siamo in tanti, stiamo coinvolgendo tutta la rosa e tutti si devono far trovare pronti. Domani (Oggi – NDR) avremo una partita complicata contro un avversario forte, per cercare continuità dovremo arrivare all’Olimpico con la giusta testa, quella fatta vedere contro il Cagliari. Domenica ci ha permesso di fare una grande prestazione e di ottenere un risultato importante. Gara contro la Lazio difficile da preparare perché c’è poco tempo ma ormai siamo alla decima giornata e stiamo crescendo sotto tutti i punti di vista. Siamo stati bravi a reagire alle due sconfitte, credo stia avvenendo un salto anche a livello mentale da parte di tutti”.

“In due giorni dobbiamo preparare questa sfida sapendo che è la testa quella che conta, può farci fare la differenza. Sarri? Il suo Napoli ha dato spettacolo, tutti ricordiamo quella squadra per come si è espressa in Italia. In tanti credo che l’abbiano ammirata cercando di rubare qualcosa. È un grande allenatore, lo ha dimostrato anche all’estero vincendo con il Chelsea e anche adesso sta facendo vedere che porta idee e identità, grande stima”.

“Affronteremo una squadra ben allenata, forte. Ne ho viste tante della Lazio, anche se ha perso l’ultima partita sarà una gara difficile per noi. Olimpico? Ci siamo stati alla prima giornata, è uno stadio che incute timore. Se gremito può metterti davvero in difficoltà ma sotto questo punto di vista siamo preparati. Torniamo in uno stadio che ci ha visti protagonisti, ma stavolta dobbiamo cercare di fare punti. Dobbiamo andare lì fiduciosi e convinti di poter fare bene”.

Le probabili formazioni

LAZIO (4-3-3) – Reina; Lazzari, Luiz Felipe, Acerbi, Marusic; Milinkovic, Cataldi, Basic; Felipe Anderson, Immobile, Pedro.

All. Sarri.

A disposizione: Strakosha, Adamonis, Patric, Radu, Hysaj, Escalante, Akpa Akpro, Leiva, Luis ALberto, Raul Moro, Romero, Muriqi.

FIORENTINA (4-3-3) – Terracciano; Odriozola, Milenkovic, Quarta, Biraghi; Bonaventura, Torreira, Duncan; Callejon, Vlahovic, Saponara.

All. Italiano.

A disposizione: Rosati, Nastasic, Igor, Terzic, Venuti, Amrabat, Benassi, Bianco, Castrovilli, Maleh, Sottil, Toci.

Squadra arbitrale, VAR e AVAR

Arbitro: Ayroldi di Molfetta.

Assistenti di linea: Longo e Lombardi.

IV uomo: Rapuano.

VAR: Guida.

AVAR: Tegoni.

Dove seguire la diretta TV e in Streaming

La partita tra Lazio e Fiorentina sarà visibile in diretta TV esclusiva sulla piattaforma online DAZN. Previsto ampio pre e post partita con interviste ai protagonisti e commenti in studio con i vari ospiti ed esperti. Il calcio d’inizio di Lazio Fiorentina è in programma per le ore 20,45 di oggi, mercoledì 27 ottobre 2021. Non solo streaming. DAZN ha anche un suo canale su digitale terrestre. Si chiama Dazn Channel, e si tratta del canale di backup della piattaforma di sport in streaming, che sarà accessibile agli abbonati in caso di problemi con il servizio. Il canale è disponibile al numero 409 del digitale terrestre da lunedì 9 agosto 2021.

  • articolo di Massimo Catalucci

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